“L’azienda, attualmente alla quarta
generazione, è passata di madre in figlia, e l’attenzione al contesto
in cui ICMA opera è rimasta elemento imprescindibile di ogni decisione:
contribuire al benessere della collettività̀ per le donne alla guida
dell’azienda ha da sempre significato preservare e sostenere il territorio
scelto per far crescere i propri figli - spiega la CEO Elena Maria
Carla Torri - Negli ultimi anni ICMA ha cercato di dare una struttura più
specifica agli investimenti e ai progetti più recenti seguendo i criteri di
responsabilità legati alla sostenibilità ambientale e sociale che ha definito
all’interno del proprio statuto diventando Società Benefit.
Grazie a questa prima relazione d’impatto, l’azienda vuole oggi comunicare con
la massima trasparenza ai propri clienti e alla propria comunità quali sono le
azioni portate avanti con concretezza in difesa dell’ambiente e in favore dello
sviluppo sociale del territorio e quali sono i prossimi passi in programma.
Fare impresa significa contribuire a un futuro migliore per tutti”.
Tra le attività volte ad un impatto positivo
sulla comunità e l’ambiente descritte nella
relazione si trova la riqualificazione della facciata: su circa 500 metri
quadrati di superficie è stata utilizzata una vernice fotocatalitica che
permette di neutralizzare gli inquinanti NOX (come
testato da 2 diversi enti terzi: Università di Roma La Sapienza e QUEENS IPS
University di Belfast) e altre sostanze nocive alla salute (VOC) presenti
nell’aria. La sua azione è simile a quella di un bosco da 500 mq di piante ad
alto fusto capace di eliminare l’inquinamento generato da circa 16 mila
automobili (Euro 6) all’anno (circa 23 Kg/anno).
Nella relazione di impatto anche i dati dell’installazione di
pannelli fotovoltaici sui tetti dell’azienda: con la terza installazione nel
2023, lCMA riuscirà a coprire il 61% dell'attuale fabbisogno energetico dello
stabilimento ICMA (e a produrre 339.4Kwp in totale di energia pulita).
Da ICMA
2030 Lab, programma di ricerca volto ad adottare buone
pratiche in fatto di sostenibilità aziendale, di prodotto e di processo è nata la collezione Kind: carte 100% riciclate,
certificate FSC Recycled Credit, prodotte a ciclo integrato, senza
l’utilizzo di sbiancanti ottici, con minor consumo di acqua, energia ed
emissioni di CO2. Dallo stesso programma di ricerca deriva anche il progetto di
economia circolare “Rinascimento”, con cui ICMA produce carta per packaging
utilizzando il macero (gli scarti) tracciati del cliente.
La relazione di impatto ambientale racconta anche la scelta di
aderire al programma Treedom, grazie al quale l’azienda ha creato in Camerun
una foresta di alberi di cacao e avocado, con l’obiettivo di ridurre le
emissioni di CO2. Ad oggi ICMA ha piantato 415 alberi, divenuti di proprietà
dei contadini del luogo, che assorbiranno mediamente nei primi 10 anni di vita
40,63 tonnellate di CO2.
Ci sono poi gli esempi di welfare aziendale, i dati sulla
importante presenza femminile in azienda, fino alle borse di studio che dal
1996 vengono assegnate ai figli dei dipendenti che
hanno ottenuto i migliori risultati negli anni delle scuole superiori e degli
studi universitari.
Tutti esempi che raccontano con quale convinzione ICMA abbia scelto di far parte
del movimento culturale delle B Corp. Ma il percorso di miglioramento continua
e ben chiari sono gli obiettivi che l’azienda si pone per il suo prossimo
futuro.
Le sfide per il futuro passano dalla progressiva evoluzione
del modello di business e operativo verso un’economia a zero emissioni di gas
climalteranti, in linea con gli obiettivi europei di neutralità climatica e
quelli nazionali di transizione ecologica. Il lavoro di ricerca, che ICMA sta
portando avanti, si sta concentrando sulla conversione della gamma di prodotti su
cellulosa vergine in carte 100% riciclate e
riciclabili e sulla possibilità di utilizzare biopatine, derivanti da prodotti
non oil, ovvero che non provengono dal petrolio e dai suoi derivati. Un altro
obiettivo importante per l’azienda è quello di creare, una volta che la
normativa nazionale lo permetterà, una comunità energetica locale per poter
sfruttare al meglio l’energia elettrica prodotta dagli impianti fotovoltaici
che ICMA ha installato sopra i propri stabilimenti.