Il commercio elettronico continua a crescere. In tre anni,
dal 2019 al 2022 le vendite online a livello globale sono passate dal
rappresentare il 15% al 22% del totale delle vendite al dettaglio. Entro tre
anni arriverà a toccare il 26%. L’Italia, però, secondo l’indice Digital
Economy and Society Index (DESI) 2022 è al 18° posto nella classifica europea e
ha un valore del fatturato e-commerce pari al 9%. Anche il numero di PMI che
vendono online che si attesta sotto il 13%, è significativamente basso.
Questi i risultati contenuti nel libro “Made in (digital)
Italy” presentato ieri a Roma presso lo Spazio Europa da Start Magazine e ICINN
– Istituto per la Cultura dell’Innovazione, e realizzato in collaborazione con
Amazon.
Il Decennio Digitale europeo prende avvio e con esso vede la
luce la strategia di rinnovamento tecnologico e culturale a più ampio spettro
mai concepita nel continente. Il nostro Paese è chiamato una volta per tutte a
riconoscere ed accogliere la digitalizzazione come una priorità imprescindibile:
lo chiede l’Europa, lo prescrive il Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma
è ormai a tutti i livelli una convinzione largamente condivisa.
Il Made in Italy ha bisogno di una svolta verso
l’innovazione. Grazie al digitale, la nostra eccellenza nazionale ha
l’opportunità di trasformare processi produttivi e distributivi in termini di
efficienza, e guadagnare in efficacia del contatto con il consumatore finale;
ma per farlo deve aprirsi a nuovi canali, a nuovi mercati, a nuovi modi di fare
ciò che è sempre stato fatto diversamente, e che proprio per questo va
cambiato.
Il processo di digitalizzazione delle attività delle piccole
e medie imprese, promosso anche grazie alle partnership pubblico-privato messe
in campo tra il governo e gli operatori digitali, ha riflessi positivi sia per
i negozi di prossimità che per le aziende. Queste, infatti, approfittano delle
opportunità per ampliare la loro clientela e sono anche stimolate a innovare
l’approccio nella vendita ai clienti offline, per rendere distintiva
l’esperienza di visita del negozio fisico rispetto alla frequentazione dei
punti vendita della grande distribuzione o dei centri commerciali.
La potenzialità sviluppata dalle PMI che hanno deciso di
approfittare delle potenzialità dei marketplace è significativa: il caso più
evidente è quello di Amazon, che ospita ormai oltre 20mila piccole e medie
imprese italiane (cresciute del 10% circa tra il 2020 e il 2021). Le PMI
italiane hanno venduto più di 100 milioni di prodotti su Amazon nel 2021 – pari
a circa 200 prodotti al minuto - in crescita (oltre il 30% in più) rispetto
agli 80 dell’anno precedente. Sempre nel 2021, le vendite all’estero delle Pmi
italiane su Amazon hanno raggiunto circa 800 milioni di euro; per 200 aziende,
queste vendite hanno significato per la prima volta il superamento del milione
di euro di ricavi.