In particolare, l’investimento del brand spagnolo in Italia, si è focalizzato su diverse piattaforme con l’obiettivo di raggiungere un target differenziato. In primis, un investimento in TV costante con le campagne istituzionali “andrà tutto bene” sui marchi Cry Babies, Cry Babies Magic Tears e Bloopies; a seguire, una forte attivazione digital con il coinvolgimento di testimonial e content creator per la comunicazione dei nuovi prodotti e della piattaforma Kitoons. Da ultimo, un’intensa programmazione sui social media dei diversi brand aziendali e l’attivazione di due nuove app per Ios e Android dedicate a Laffies e Cry Babies.
Una strategia marketing multicanale che verrà intensificata anche nei prossimi mesi con l’avvicinarsi del periodo natalizio, momento clou per il comparto, sia con investimenti TV di lancio e di mantenimento, sia con iniziative speciali che consentiranno di uscire dall’affollamento del break pubblicitario e di presentare al meglio i prodotti al pubblico. Non mancheranno attività con editori, youtuber, influencer, web star e presenza nelle app e sui social con l’obiettivo di raggiungere i più piccoli nei momenti in cui la TV resta in casa spenta o inascoltata.
“Il 2020 è iniziato un po’ a rilento a causa del lockdown. Nonostante tutto, noi non abbiamo mai smesso di sostenere i nostri prodotti e con la riapertura dei punti vendita siamo ripartiti con numeri soddisfacenti che ci vedono crescere rispetto al 2019 nonostante il mercato sia in flessione”, ha commentato Luca Di Puorto, marketing manager di IMC Toys. “Ci aspettiamo che i numeri possano ulteriormente migliorare con le vendite del Natale, con cui puntiamo a una crescita a doppia cifra. Abbiamo tre marchi da sostenere e consolidare, le Cry Babies Magic Tears – che stanno avendo ottime performance sia nelle bambole sia come property licenziata – Bloopies e Cry Babies. Ci sono poi i nuovi lanci con i quali contiamo di ampliare la nostra offerta sulle bambine come Laffies e Vip Pets, sui quali stiamo investendo in termini sia di R&D sia di sviluppo di contenuti”, conclude Di Puorto.