Il manuale parte da un presupposto: è possibile realizzare da sé i propri capi. Per farlo, l'autrice propone una “ricetta” da seguire per comprendere i passaggi essenziali, comunque meno rigorosi di un classico “modello”. Le istruzioni di questo libro – aspetto innovativo e distintivo – sono infatti “flessibili”: le possibili opzioni permettono così di adattare il lavoro alla personalità e ai desideri di chi esegue il capo.
Per chi non ha mai preso un ferro in mano è tornata in libreria la terza edizione di “Ai ferri corti”, manuale di maglia base e soprattutto guida alle lavorazioni essenziali che permette di realizzare, a partire da zero, ogni tipo di capo.
Seguendo le ricette di “Libera maglia!” chiunque potrà realizzare una varietà di capi e accessori per tutti e con qualsiasi filato, producendo capi secondo gusti ed esigenze personali. Alice Twain riassume così lo spirito del libro: “Grazie alla capacità di creare in modo autonomo i nostri capi possiamo renderci finalmente indipendenti dalla moda, scegliendo e forgiando per noi stesse uno stile personale, e senza necessariamente svenarci”.
Il manuale spiega quindi come scegliere i ferri e gli altri materiali. In particolare, la scelta dei filati non è casuale: ci sono infatti prodotti artigianali tinti e talvolta anche filati a mano con lane italiane, filati equosolidali, filati riciclati, ma anche filati di grandi filature, appartenenti però a linee ecologiche.
Il manuale è diviso in tre blocchi. I capitoli 1-4 contengono una serie di istruzioni generali, che riprendono parte dei temi già affrontati in “Ai ferri corti”: la differenza tra modello e ricetta, come procurarsi ferri e filati, come eseguire un campione e prendere in modo corretto le misure. Nei capitoli seguenti l'autrice affronta invece gli accessori sciarpa, cappellino, guanti e moffole, calzini di varia foggia(capitoli 5-8), per arrivare poi ai capi veri e propri, come il poncho e la cappa, il maglione il gilet e il cardigan (capitoli 9-12).
Ogni singolo capitolo è articolato nella “ricetta” che guida nella realizzazione del progetto, a cui segue la spiegazione di una o più tecniche. I filati più costosi sono indicati per la lavorazione degli accessori, in cui ne occorrono solo pochi etti, mentre per i capi più importanti si propongono filati di più facile reperibilità e alla portata di tutte le tasche.
Alice Twain ha infine dato un nome ai singoli capi, ispirandosi a celebri brani di musica jazz, da My Favourite Things a Satin Doll.