Arte, matematica e ritualità sacra sono gli ingredienti – apparentemente di difficile accostamento – che compongono la pratica e la tecnica degli origami. La parola Origami deriva dal giapponese Oru (piegare) e da Kami (carta) significa “piegare la carta”, o “carta piegata”. La parola Kami però, con un ideogramma diverso ma con la stessa pronuncia, vuol dire anche Spiriti, divinità: questa sovrapposizione di significato lega inscindibilmente l’arte degli origami con la spiritualità, con la ricerca del divino e dona a questa tecnica una valenza sacrale. Le origini della pratica possono essere individuate nelle go-hei, semplici strisce di carta piegate in forme geometriche e, unite ad un filo o ad una bacchetta di legno, utilizzate per delimitare gli spazi sacri nella religione scintoista. Le go-hei erano però di fattura estremamente semplice, motivo per cui molti fanno risalire le origini degli origami alle cerimonie (sorte in epoca Muromachi tra 1392 e 1573) del dono augurale del noshi-awabi ai samurai: questo particolare mollusco, simbolo dell'immortalità, veniva offerto all'interno di un astuccio di carta, che con il passare del tempo divenne piegato in modo sempre più complesso fino ad acquistare dignità di dono in sé.
Da allora l’origami ha continuato ad esistere e proliferare, per approdare in occidente nella prima metà dell’ottocento grazie a Friedrich Fröbel, pedagogista tedesco che riconobbe il potenziale educativo degli origami e lo introdusse nei percorsi di formazione dell’infanzia. A sancire il successo della pratica furono però gli anni ’20 e ’30 del Novecento, quando iniziarono ad essere pubblicati volumi e manuali sul tema, e alcuni personaggi di spicco adottarono la tecnica. Un esempio è Josef Albers, padre della moderna teoria dei colori e della corrente minimalista, che propose l’arte della piegatura della carta adottando fogli circolari piegati in spirali e forme ricurve.
Oggi l’origami è praticato da un gran numero di hobbisti e di appassionati,l e usato in laboratori creativi, ma ad interessarsi di origami sono anche artisti contemporanei, progettisti e designer, che traggono ispirazione da questa antica tecnica artistica per creare oggetti decorativi, accessori e perfino complementi d’arredo o dettagli architettonici di edifici.
Entrato ormai a far parte dell’immaginario collettivo – anche grazie a film, romanzi e televisione – l’origami è spesso percepito come simbolo di delicatezza, equilibrio e bellezza, mentre la tecnica è rivestita da un’aurea di rispettabilità e chi la pratica è visto – più o meno consciamente – come persona di grande acume, con spiccate capacità di concentrazione e osservazione.
Origami e problem
solving
La tecnica dell’origami consiste nel ripiegare più volte un foglio quadrato di carta, con l’intento di modellarlo per ottenere una forma precisa e consente di ottenere figure complesse, delicate e molto belle.si tratta di una pratica adatta a tutte le età che non richiede l’uso di attrezzi o altri materiali oltre la carta, non sporca e può essere praticato ovunque.
Nell’origami, la precisione è determinante: per
ottenere un buon risultato le pieghe devono essere eseguite con la massima
attenzione e ripassate più volte. Soprattutto per i primi lavori è importante
prestare attenzione, questa disciplina artistica prevede che ogni fase della
piegatura sia indispensabile e non possa essere saltata o modificata.
Per ottenere ottimi risultati è quindi necessario avere pazienza e osservare,
spesso e con attenzione, l’immagine della figura finita, in modo da potere
memorizzare le diverse piegature e capire come vanno a determinare la forma.
Concetto molto presente nell’origami è l’interdipendenza, ogni forma infatti scaturisce da una sequenza definita di pieghe e ogni piega è necessaria per l’esecuzione della piega successiva. Questo allena la capacità di analizzare la stessa situazione da diversi punti di vista, la memoria “a breve” e “a lungo termine”, stimola l’impegno, la concentrazione, la curiosità e la precisione e insegna a procedere con gradualità, secondo un progetto e una corretta gestione dell’errore.
Praticare l’origami inoltre risveglia e favorisce la manifestazione e lo sviluppo delle potenzialità creative e aiuta l’affinamento del senso estetico, il senso delle proporzioni e quello dell’armonia delle forme poiché attiva contemporaneamente gli emisferi destro e sinistro del cervello.
Salute e socialità
L’Origami è ricerca del bello, inteso come ricerca di forme armoniose ed equilibrate che permangono nella mente di chi piega consapevolmente, può aiutare a combattere lo stress, ferma il tempo, annulla lʼansia e aiuta a svuotare la mente. Da tempo ha dimostrato effetti molto significativi sul nostro corpo, e il suo effetto terapeutico può aiutarci a rilassare e guarire la nostra mente, facendoci stare meglio, tanto da essere adottato come supporto in diverse terapie. Piegando per un periodo di tempo abbastanza prolungato, si raggiunge uno stato di forte rilassamento con riduzione della frequenza cardiaca e respiratoria; concentrandosi sul modello che si sta piegando, si giunge ad uno stato di sospensione del pensiero logico e razionale, diminuendo il dialogo interiore, e si porta l’attenzione sul momento che si sta vivendo, valorizzando ogni singolo movimento delle mani ed ogni piega. Questo favorisce il rilascio di serotonina, donando una sensazione di gioia, soddisfazione e realizzazione, pace interiore e tranquillità e allontanando i pensieri negativi. L’Origami impegna inoltre le condotte motorie: stimola e favorisce in particolare la coordinazione oculo-manuale e quella del movimento delle mani, affinando anche la motricità fine delle dita, oggi sempre più sacrificata a causa delle nuove tecnologie.
La pratica dell’origami ha
inoltre una forte valenza per la socializzazione poiché promuove l’apprendimento cooperativo: i bambini imparano a lavorare
insieme e si sostengono a vicenda. Abbatte le barriere dell’età e
rappresenta un ottimo modo per conoscere altre culture e comunità, perché è
visuale: può essere insegnato anche senza parole.
Origami
2.0
Moltissimi sono oggi i siti e i manuali dedicati
all’origami, dove trovare modelli e ispirazioni. Da qualche anno è inoltre
disponibile un creator online che da la possibilità di cimentarsi nella
piegatura in versione digitale (origamisimulator.org).
La carta per Origami
La materia
prima utilizzata per l’origami è un semplice foglio di carta quadrangolare che,
attraverso una successione di pieghe prestabilite, e senza mai utilizzare
forbici, e tagliare o lacerare la carta, viene trasformato in quella che è una
vera e propria scultura.
Il tipo di carta più adatto è la carta washi paper , una carta prodotta tradizionalmente utilizzando le fibre di particolari arbusti molto diffusi in Giappone, per cui oggi si utilizzano anche altre materie prime, sempre di origine naturale, come bamboo, grano e riso.Si tratta di una carta leggera, leggermente elastica, che può essere lavorata con facilità e che mantiene bene la forma.
L’assortimento offerto dal mercato per la scelta cromatica della carta da origami è molto ampio: dai colori più accesi e brillanti, ai pattern in tinte pastello, agli effetti sfumati, ai fogli di carta definiti da tinte contrastanti sulle due facciate. Particolarmente indicata è la carta bicolore, le cui facciate sono in due tinte differenti, o con gradienti di colore. In entrambi i casi è possibile ottenere effetti cromatici eleganti e suggestivi. Nonostante il tradizionale utilizzo della carta resti il più diffuso, nulla vieta di lasciarsi trasportare dalla fantasia e di utilizzare materiali diversi come lamine metalliche molto sottili, carte artigianali da legatoria colorate e decorate, o pergamena.
Tra le aziende europee
specializzate nella produzione di carta da origami spiccano Max Bringmann KG, con la marca
Folia e base in Germania, e la britannica Folder Square.
“Origami is a metamorphic art form, you got that piece
of paper, you don’t add to it, you don’t take away from it, you change it”
Michael LaFosse