Da 35 anni Globo, brand veronese di riferimento nel settore, promuove il ruolo fondamentale del gioco nei processi di crescita e apprendimento dei più piccoli. Il gioco è un diritto di tutti i bambini, nessuno escluso: questa la mission dell'azienda veronese che ha voluto realizzare la ricerca proprio per rispondere in maniera sempre più mirata e coerente alle nuove esigenze della cultura del gioco nella società odierna.
Il vissuto preso in esame dalla ricerca “Liberi di Giocare, Liberi di Crescere”, illustrata dal sociologo Enrico finzi, conta 611 interviste on line – somministrate con il metodo C.A.W.I. Computer Aided Web Interviewing – condotte da AstraRicerche su un campione rappresentativo di genitori, zii, nonni tra i 20 e i 65 anni, che si occupano regolarmente di bambini sino a 12 anni.
Nella famiglia italiana – consolidata ormai nella sua accezione di “allargata” – sono solo il 60% i genitori (comprendendo anche il partner di uno dei due) coinvolti direttamente nell'educazione dei figli. Il restante 40% fa capo alle figure di tate, baby sitter, educatori (9%), ai nonni (7%) e ad una percentuale crescente di zii (21%).
“Non solo il modello di famiglia è cambiato”, come ha evidenziato Enrico Finzi. “Negli ultimi anni si sono evoluti anche gli approcci educativi”. Oggi è predominante quello più affettuoso rappresentato dagli ‘empatici allegri’ (42,4%), dove il gioco viene considerato il modo per avvicinarsi al mondo in modo lieve, esplorarlo senza fatica e senza paura, accompagnati da adulti affettuosi, allegri e pronti a mettersi nei panni del bambino. A seguire, quasi a parimerito, ci sono i ‘rispettosi attenti’ (41.2%): aperti e in ascolto, rispettosi della ‘persona bambino’, complici e pronti a dare fiducia ai più piccoli. Per loro il gioco insegna a stare al mondo e a rapportarsi alla vita e alle sfide quotidiane. A conferma del forte cambiamento di rotta degli ultimi decenni i ‘severi efficientisti’ scendono al 16,4%; sono concentrati sul rispetto di regole e ruoli, e il gioco è quasi ‘un duro lavoro’ rappresenta, infatti, un fondamento per crescere e scoprire se stessi attraverso le proprie capacità e i propri limiti.
Dalla ricerca emerge, inoltre, che il gioco è una cosa seria che ricopre un ruolo sempre più cruciale nell'educazione dei più piccoli. Tra i dati più rilevanti ecco che il gioco è quasi universalmente ritenuto fondamentale per lo sviluppo intellettivo e motorio del bambino (61,4%), per lo sviluppo della capacità creative e cognitive (58,6%) e per la sua socializzazione (48,8%).
Si arriva, così, a parlare oggi di una vera e propria cultura del gioco, secondo la quale i bambini devono giocare tante ore al giorno (90%) non sono necessari giochi costosi ed elaborati ma oggetti semplici e capaci di stimolare la creatività (90%) non necessariamente nuovi (88%) o numerosi (86%). È invece preferibile che siano vari, colorati, stimolanti (86%) e non imposti dagli adulti (61%), oltre che di prezzo contenuto e dunque accessibili (79%).
All'interno del nucleo famigliare i principali sostenitori dei giochi semplici che stimolano la creatività sono le donne e gli zii – che a sorpresa raggiungono i nonni – con focus tra gli appartenenti ai ceti medio-alto per cultura e tenore di vita.
“In sintesi, dunque, una piccola rivoluzione – commenta Finzi – che sottrae il giocattolo all’eccezionalità, per farlo diventare un supporto quotidiano, perché è ogni giorno che si cresce e si fanno conquiste”.
Ed è proprio in questa direzione che si afferma un aspetto determinante della moderna cultura del gioco. L'80% degli intervistati, infatti, promuove l'approccio premiante, o meglio definito come ‘rinforzo positivo’: un approccio fondato sull'idea di sostenere il bambino con apprezzamenti verbali su quanto ha fatto, con giochi o svolgendo attività insieme come gratificazione per le sue piccole e grandi conquiste quotidiane. Nulla a che vedere con una sorta di ‘pagamento’, bensì un vero e proprio rinforzo di autostima attraverso l'attivazione di un circolo virtuoso che riconosce le conquiste (piuttosto che punire le mancanze) capace di portare il bambino a rinforzare i suoi comportamenti positivi, a darsi degli obiettivi e a fare piccoli passi verso essi.
“I risultati di questa ricerca sono molto interessanti e ci permettono di capire che il percorso che abbiamo intrapreso, in questi anni, che vede il gioco come elemento fondamentale nella crescita dei bambini, è quello giusto e che si rispecchia nella società moderna”, afferma Massimo Rossi, Direttore Generale di Globo. “Il gioco deve essere semplice e vario, stimolare la creatività e con un prezzo ‘democratico’: elementi chiave questi della mission Globo in cui crediamo molto e portiamo avanti con passione”.
.
.