L’home decor 2022 passa anche per la carta

1 marzo 2022
Fiori, pesci, motivi geometrici a parete o come paralume. La carta colonizza e decora le case degli italiani

La carta è un materiale fondamentale che ci permette di stimolare il nostro spirito artistico le tecniche che si possono utilizzare sono svariate: dagli origami, allo scrapbooking, il folding e il paper cutting, il quilling e il collage, l’intaglio e il ritaglio, e chi vuole cimentarsi in quest’arte può scegliere tra la vasta offerta di carte presenti sul mercato, cartoncini colorati di diverse grammature e finiture superficiali per realizzare tantissime idee decor fai da te.

DECORARE LA CASA CON LA CARTA

Le decorazioni di carta sono un ottimo modo per personalizzare gli spazi in maniera creativa e originale – tanto a casa quanto in ufficio -, e sono anche molto divertenti da realizzare. La varietà di decorazioni realizzabili semplicemente con la carta e un po’ di abilità manuale, inoltre è davvero sorprendente. La carta è un materiale così versatile che può essere trasformato in tanti oggetti diversi, da eleganti fiocchi di neve in occasione dell’inverno a decorazioni di carta luminose e divertenti per feste e ricorrenze. Se Alcune tra le realizzazioni più diffuse non richiedono alcuna esperienza per essere realizzate e premettono di dare un tocco di colore e persino una veste di design al proprio mondo. Ne sono esempio ottimo le realizzazioni floreali o le farfalle, con cui si possono creare variopinte decorazioni a muro. Molto in auge anche decorazioni “pendenti” che ricordano il glicine. e per i più intraprendenti, che se la sentano di armarsi di un po’ di pazienza, i cartoncini colorati o gli acetati possono regalare grandi soddisfazioni nella creazione di paralumi o sculture “improvvisate”.

Da non sottovalutare inoltre l’home decor fai-da-te per le feste invernali: Fiocchi di neve ritagliati nel cartoncino, sagome stilizzate di villaggi lapponi, e tanto altro ancora, partendo dai colori tradizionali come il bianco della neve, il rosso e l’oro.

 

MUNARI E LE PRIME SCULTURE PIEGHEVOLI

Com’è noto l’uso della carta per creare oggetti decorativi è legato all’estremo oriente, con gli origami giapponesi e gli Zhe Zhi cinesi, rispettivamente raffiguranti soggetti naturali (come animali o piante), e oggetti inanimati (case, barche etc…). In Europa non si può parlare di una tradizione “indigena” fino alla metà del Novecento con la creazione delle sculture da viaggio da parte di Bruno Munari.


Nel 1948 Munari espone alla Galleria Borromini di Milano una scultura il cui progetto è così semplice da essere disarmante. Un foglio di lamiera quadrata viene tagliata e piegata creando un volume-scultura in cui i pieni ed i vuoti creano forme negative-positive.
La novità sta nel gioco dei pieni e dei vuoti, nella semplicità del progetto che utilizza un modulo quadrato ed anche nel fatto che si introducono i tagli.
Chiunque con un foglio di cartoncino colorato ed una forbice può realizzare una scultura così semplice ed allo stesso tempo così complessa, la cui bellezza formale, a distanza di oltre mezzo secolo, non è affatto da archiviare.

Da questa semplicità di esecuzione Bruno Munari arriva all'ideazione delle sculture da viaggio, oggetti in cartoncino che hanno tra i loro antenati gli origami giapponesi, ma che ne differiscono sostanzialmente perché contravvengono a una delle regole fondamentali della pratica orientale: prevedono infatti il taglio della carta, sia come variante, sia come elemento essenziale.

Munari realizza le prime sculture da viaggio all'inizio degli anni cinquanta con il nome di “sculture pieghevoli” , che vengono regalate o spedite come biglietti di auguri; successivamente, a partire dal 1958, prendono il nome definitivo di “sculture da viaggio”.

La prima scultura da viaggio in cartoncino viene regalata nel 1958 come omaggio ai propri clienti dalla valigeria Valaguzza di Milano.

La prima mostra dedicata a queste sculture si tiene alla galleria Montenapoleone di Milano nel giugno del 1958, e riscuote un grande successo.



La scultura da Viaggio è' un'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità, è un gadget dell'era del marketing e fornisce valore aggiunto, ma è anche una soluzione innovativa nella storia della scultura e della cultura italiana. Si tratta di un’idea fortemente innovativa: nessuno aveva mai pensato ad una scultura trasportabile, pieghevole, economica e facilmente riproducibile.

La scultura da viaggio nasce con tutte le caratteristiche tipiche dell'era moderna: è low-cost, pratica, volendo è anche mono-uso, è al servizio del moderno nomade che abita più case o che talvolta abita a diverse latidudini, è democratica by design, è leggera, quando viene esposta non ha bisogno di grandi spazi e può esprimere anche una dimensione culturale privata.

Doveroso citare le parole di Munari a riguardo:

“La scultura si presenta piegata in una busta. Si apre la busta e si estrae la scultura. Appoggiate la scultura su di un piano orizzontale (sui piani inclinati scivola) e prima di spegnere la luce osservate come questa illumina le varie parti sporgenti o rientranti, le parti piene e quelle vuote. Voltatela dall'altra parte, cambia aspetto, i vostri pensieri da pratici diventeranno lentamente estetici (la velocità dipende da voi), non vi domanderete più "cusa l'è chel rob ki" [cosa è questa roba qua? in dialetto milanese, ndr] e vi addormenterete felici. Buona notte.”

“Pensiamo ad un viaggiatore moderno. Un viaggiatore giovane di fuori e anche di dentro. Un tipo che appartiene ad una cultura internazionale, non un analfabeta culturale. E siccome una persona non è completa se non cura tutte le parti di se stessa, non solo l'apparenza ma anche la sostanza, ecco che nasce da un certo punto, quasi chiamata dalle esigenze vitali più complesse, la scultura da viaggio”.

[Bruno Munari, Codice ovvio, Einaudi]

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