La
carta è un materiale fondamentale che ci permette di stimolare il nostro
spirito artistico le tecniche che si possono utilizzare sono svariate: dagli
origami, allo scrapbooking, il folding e il paper cutting, il quilling e il
collage, l’intaglio e il ritaglio, e chi vuole cimentarsi in quest’arte può
scegliere tra la vasta offerta di carte presenti sul mercato, cartoncini
colorati di diverse grammature e finiture superficiali per realizzare
tantissime idee decor fai da te.
DECORARE
LA CASA CON LA CARTA
Le
decorazioni di carta sono un ottimo modo per personalizzare gli spazi in maniera creativa e originale – tanto a casa quanto in
ufficio -, e sono anche molto divertenti da realizzare. La varietà di decorazioni
realizzabili semplicemente con la carta e un po’ di abilità manuale, inoltre è
davvero sorprendente. La carta è un materiale così versatile che può essere
trasformato in tanti oggetti diversi, da eleganti fiocchi di neve in occasione
dell’inverno a decorazioni di carta luminose e divertenti per feste e
ricorrenze. Se Alcune tra le realizzazioni più diffuse non richiedono
alcuna esperienza per essere realizzate e premettono di dare un tocco di colore
e persino una veste di design al proprio mondo. Ne sono esempio ottimo le
realizzazioni floreali o le farfalle, con cui si possono creare variopinte
decorazioni a muro. Molto in auge anche decorazioni “pendenti” che ricordano il
glicine. e per i più intraprendenti, che se la sentano di armarsi di un po’ di
pazienza, i cartoncini colorati o gli acetati possono regalare grandi
soddisfazioni nella creazione di paralumi o sculture “improvvisate”.
Da
non sottovalutare inoltre l’home decor fai-da-te
per le feste invernali: Fiocchi di neve ritagliati nel cartoncino, sagome
stilizzate di villaggi lapponi, e tanto altro ancora, partendo dai colori
tradizionali come il bianco della neve, il rosso e l’oro.
MUNARI
E LE PRIME SCULTURE PIEGHEVOLI
Com’è
noto l’uso della carta per creare oggetti decorativi è legato all’estremo
oriente, con gli origami giapponesi e gli Zhe Zhi cinesi, rispettivamente
raffiguranti soggetti naturali (come animali o piante), e oggetti inanimati
(case, barche etc…). In Europa non si può parlare di una tradizione “indigena”
fino alla metà del Novecento con la creazione delle sculture da viaggio da
parte di Bruno Munari.
Nel 1948 Munari espone
alla Galleria Borromini di Milano una scultura il cui progetto è così semplice
da essere disarmante. Un foglio di lamiera quadrata viene tagliata e piegata
creando un volume-scultura in cui i pieni ed i vuoti creano forme
negative-positive.
La novità
sta nel gioco dei pieni e dei vuoti, nella semplicità del progetto che utilizza
un modulo quadrato ed anche nel fatto che si introducono i tagli.
Chiunque
con un foglio di cartoncino colorato ed una forbice può realizzare una scultura
così semplice ed allo stesso tempo così complessa, la cui bellezza formale, a
distanza di oltre mezzo secolo, non è affatto da archiviare.
Da
questa semplicità di esecuzione Bruno Munari arriva all'ideazione delle
sculture da viaggio, oggetti in cartoncino che hanno tra i loro antenati gli
origami giapponesi, ma che ne differiscono sostanzialmente perché
contravvengono a una delle regole fondamentali della pratica orientale: prevedono
infatti il taglio della carta, sia come variante, sia come elemento essenziale.
Munari
realizza le prime sculture da viaggio all'inizio degli anni cinquanta con il
nome di “sculture
pieghevoli” , che vengono regalate o spedite come biglietti di auguri;
successivamente, a partire dal 1958, prendono il nome definitivo di “sculture da viaggio”.
La prima
scultura da viaggio in cartoncino viene regalata nel 1958 come omaggio ai
propri clienti dalla valigeria Valaguzza di Milano.
La prima
mostra dedicata a queste sculture si tiene alla galleria Montenapoleone di
Milano nel giugno del 1958, e riscuote un grande successo.
La scultura
da Viaggio è' un'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità, è un gadget
dell'era del marketing e fornisce valore aggiunto, ma è anche una soluzione
innovativa nella storia della scultura e della cultura italiana. Si tratta di
un’idea fortemente innovativa: nessuno aveva mai pensato ad una scultura
trasportabile, pieghevole, economica e facilmente riproducibile.
La
scultura da viaggio nasce con tutte le caratteristiche tipiche dell'era
moderna: è low-cost, pratica, volendo è anche mono-uso, è al servizio del
moderno nomade che abita più case o che talvolta abita a diverse latidudini, è
democratica by design, è leggera, quando viene esposta non ha bisogno di grandi
spazi e può esprimere anche una dimensione culturale privata.
Doveroso
citare le parole di Munari a riguardo:
“La scultura si presenta piegata in una
busta. Si apre la busta e si estrae la scultura. Appoggiate la scultura su di
un piano orizzontale (sui piani inclinati scivola) e prima di spegnere la luce
osservate come questa illumina le varie parti sporgenti o rientranti, le parti
piene e quelle vuote. Voltatela dall'altra parte, cambia aspetto, i vostri
pensieri da pratici diventeranno lentamente estetici (la velocità dipende da
voi), non vi domanderete più "cusa l'è chel rob ki" [cosa è questa
roba qua? in dialetto milanese, ndr] e vi
addormenterete felici. Buona notte.”
“Pensiamo ad un viaggiatore moderno. Un
viaggiatore giovane di fuori e anche di dentro. Un tipo che appartiene ad una
cultura internazionale, non un analfabeta culturale. E siccome una persona non
è completa se non cura tutte le parti di se stessa, non solo l'apparenza ma
anche la sostanza, ecco che nasce da un certo punto, quasi chiamata dalle
esigenze vitali più complesse, la scultura da viaggio”.
[Bruno
Munari, Codice ovvio, Einaudi]