COS’È IL BODY PAINTING
Il body painting (in italiano “pittura del corpo” o
“pittura corporale”) è una delle arti del corpo che consiste nel dipingere il
corpo umano a scopo ornamentale. Anticamente, essa veniva utilizzata per scopi
religiosi, rituali, propiziatori o apotropaici nonché protettivi, secondo
alcuni studiosi ed etnografi infatti, il colore teneva lontani gli insetti e
formava uno strato protettivo contro le intemperie. I colori con cui la pittura
del corpo viene eseguita, a differenza di quelli dei tatuaggi, hanno durata
limitata ed il tempo di permanenza di questi ultimi sui corpi dipinti varia da
qualche ora a qualche giorno. Se in campo artistico la pittura corporale è
spesso associata ad altre forme d'arte, tra cui la fotografia, la videoarte e
la performance, e si lega ad alcune correnti “di rottura”, negli usi più popo,
e persino in quelli più bambineschi si può intravedere un pizzico di quello che
fu in antichità.
Qualcuno definisce il body painting "fun
art", ovvero arte fatta per divertirsi. La moda di farsi dipingere il
corpo spopola in eventi e sfilate di moda. Ma una volta è stata e, come vedremo,
continua a essere qualcosa di più.
BODY PAINTING NELL’ANTICHITÀ
Molti studi hanno individuato le radici
della pittura corporale nelle usanze di popoli tribali africani, indiani e
centroamericani. La mancanza di fonti scritte, tuttavia, rende molto difficile individuare
con certezza il periodo in cui questi popoli iniziarono a utilizzare la
dermocromia (o body painting). Il fatto che la pittura corporale interessasse
le zone del corpo più esposte, lascia credere che essa abbia avuto molta
importanza presso le popolazioni che
abitavano zone tropicali o comunque caratterizzate da alte temperature, e che
solevano girare nude.
Una tra le più antiche popolazioni a far
uso della pittura corporale è quella degli aborigeni australiani: dal 60.000 a.c.;
'uomo primitivo, nel 30.000 a.C., soleva pitturare il proprio corpo per motivi
religiosi o propiziatori. Persino le pitture rupestri trovate nell'altopiano
Tassili, risalenti all'8000 a.C. mostrano come gli uomini fossero segnati sul
corpo da pitture e cicatrici.
A ricorrere alla pittura corporea, tano
dei morti quanto dei vivi, furono poi gli Egizi: nel 4000 a.C. le mummie di due
donne erano segnate sull'addome da linee pitturate a mano. Le donne, nella vita
quotidiana, dipingevano la linea inferiore dell'occhio di verde, colore a base
di malachite (composto dal carbonato di rame), mentre palpebre, ciglia e
sopracciglia, erano marcati col carbone. Entrambi i colori erano inizialmente
in polvere poi allungati con l'acqua e applicati sul corpo con le dita. Stesse
tecniche venivano utilizzate dai Sumeri nel 500 a.C. che dipingevano il volto
con piombo bianco e rosso vermiglio. Nella descrizione che Tacito fa dei
Germani (De origine et situ Germanorum - 98 d.C.) vengono riportati esempi di
pittura del corpo.
In Giappone la pittura corporale a partire dal 550
d.C., a seconda della zona del corpo interessata, distingueva classi sociali diverse.
Abolito nel 1847 d.C. dall'imperatore Meiji, tornò ad essere legale nel 1945
d.C.
I nativi nordamericani devono il nome che gli europei
affibbiarono loro, e cioè Pelli Rosse, proprio al largo uso che questi facevano
della pittura corporale. Solitamente ai morti veniva dipinta la faccia di
rosso, così da rimediare al pallore cadaverico. Vi erano, comunque, colori
associati ad eventi particolari come quelli impiegati per le pitture di guerra
e quelle di festa.
TECNICHE E SIGNIFICATI TRADIZIONALI
Tradizionalmente colori erano ricavati da materie di
origine minerale, come ocra, creta e gesso, o vegetale, come i succhi delle
foglie, gli steli, i semi ed i frutti delle piante. Normalmente le materie
prime provenivano dalla flora del luogo in cui gli indigeni erano stanziati. I
pigmenti erano poi applicati poi sulle parti del corpo opportune usando le
dita, i pennelli o degli appositi stampini in legno o in terracotta detti
pintaderas.
Le pitture corporali abbinavano all'abbellimento del
corpo significati precisi: erano legate alla religione, viso e corpo dipinti
indicavano in molte culture i guaritori e gli sciamani; usate a livello
cerimoniale, nei momenti che sancivano passaggio dall'età adolescenziale a
quella dell'uomo maturo, oppure l'unione sacra del matrimonio; o sessuale: per
attirare le attenzioni sul proprio corpo arricchito di colori.
In alcuni casi l’uso del body painting era invece intimidatorio:
sia nelle battaglie per intimidire i nemici sia nelle sessioni di caccia per
mimetizzarsi e spaventare i predatori.
I colori utilizzati dalle popolazioni tribali non
avevano le sfumature che hanno a disposizione i pittori di corpi odierni. Nelle
culture primitive però ad ogni colore corrispondeva un valore: ad esempio Al
rosso veniva accostato il coraggio (è il colore del sangue versato in
battaglia) il calore e la passione, al nero veniva accostato il significato del
mistero, del buio e della notte. Al bianco, colore delle nuvole, veniva
accostata la purezza.
BODY PAINTING NELL’ARTE
Il “recupero” moderno di questa usanza antica viene
fatto risalire al 1933: all’Esposizione Mondiale di Chicago, Max Factor fece
sfilare la modella Sally Rand vestita solo di una sua pittura. Il risultato?
L’arresto di entrambi per disturbo della quiete pubblica.
Negli anni ’60, la riappropriazione del corpo divenne
sinonimo di libertà e di autodeterminazione: il body painting fu rilanciato,
infatti, dal movimento hippy. Nei grandi raduni musicali dell’epoca, i giovani
ostentavano corpi nudi e decorati: un messaggio politico.
Non è un caso che proprio in quegli anni si sviluppi
la body art, influenzata da Futurismo, Surrealismo e Dadaismo: il corpo diventa
luogo di ricerca dell’identità. In questo contesto, la dermocromia trova un
nuovo terreno fertile di sviluppo, in legame anche a correnti sperimentali
derivanti dal movimento Fluxus.
BODY PAINTING E CONTEMPORANEITÀ
Negli ultimi decenni del ‘900 il body painting è stato
utilizzato – oltre che nelle sperimentazioni artistiche – anche a un livello più
diffuso e popolare. Se infatti, pensando soprattutto al face painting, la prima
cosa che sovviene è probabilmente il rito contemporaneo legato a feste in
maschera – prime tra tutte carnevale e halloween – non bisogna dimenticare l’uso
della pittura corporale in legame ad eventi sportivi o momenti di aggregazione
di grande rilievo. Dai visi tricolore agli europei di calcio, agli scudetti sul
petto o sulla schiena dei tifosi. Interessante notare che questo fenomeno, che
potrebbe essere malvisto e reputato una deriva pop eccessiva e forse una sorta
di isteria idolatra della società dello spettacolo, riporti il body painting a
una dimensione rituale e collettiva molto più di quanto facesse il suo uso
artistico e performativo.
BODY PAINTING OGGI
Oggi la pittura facciale e quella corporea sono in grande
spolvero anche in legame alle nuove tecnologie e alla tendenza al branding
delle questioni sociali, politiche e di libertà. Black lives matter, DDL Zan ed
emancipazione LGBTQ+, proteste contro la guerra in Ucraina o contro le morti
bianche, sono spesso legate a colori o icone per poter meglio essere
identificate e comunicate attraverso i social media, che fanno del visivo il
loro campo preferenziale. E rimane interessante notare come la fluidità di
contenuto, o meglio il susseguirsi di battaglie di libertà, coincida con un
susseguirsi di pitture rituali. Come se l’era dei tatuaggi (legati alla
permanenza, all’auto-definizione e ai riti di passaggio), fosse nell’ultimo
decennio andata a spegnersi in una forma più in linea con i nuovi ritmi della
comunicazione e che rigetta le etichette: quella, appunto, del body painting.
BODY PAINTING… IN MEDICINA
In pochi sanno che il body painting è usato in
medicina ed in fisioterapia per insegnare ai futuri medici il funzionamento di
alcuni apparati e aiutarli a visualizzarli e capirne le meccaniche. Questa
tipologia di body painting, che potremmo definire “anatomico” e “didattico” si
rivela particolarmente utile nello studio dell’apparato muscolo-scheletrico e
nello studio delle fasce muscolari poiché i muscoli, dipinti sulla pelle di un
modello vivente in corrispondenza della loro posizione, rendono palese e
immediata la comprensione del loro funzionamento quando il modello muove quelle
parti, attivando le fasce interessate. Per questo tipo di pittura corporale
sono solitamente usati pennarelli che permettono maggior precisione rispetto ai
pennelli, anche quando usati da neofiti della pittura.