La matita è senza dubbio lo strumento di scrittura più diffuso:
ognuno di noi ne ha in casa, nello zaino o in borsetta. Se guardiamo sul nostro
tavolo da studio, nel nostro ufficio o più semplicemente in un qualsiasi
astuccio, ne troveremo sicuramente una. Nonostante la sua grande diffusione, e
al contrario di quanto si potrebbe pensare, la matita è un’invenzione
relativamente recente: la grafite – che ne è la base - fu infatti scoperta in
Inghilterra solo nel 1564 quando, in seguito ad una fortissima tempesta, ne fu
rinvenuto un enorme giacimento. La grafite pura è un
minerale molto morbido e che lascia una impronta molto decisa anche al minimo
contatto e i pastori del luogo si accorsero subito che questo nuovo misterioso
materiale naturale poteva essere molto utile. Cominciarono ad utilizzarlo per
marchiare le loro pecore e successivamente in pezzi più minuti avvolti in lembi
di tessuto o di lana per scrivere. In poco tempo la grafite diventò molto
famosa tra chi necessitava di un materiale con cui scrivere o disegnare, e si
cominciò ad inserirla tra i materiali più disparati per avere un supporto più
stabile che consentisse anche di non sporcarsi le mani. Furono gli italiani Simonio
e Lyndiana Bernacotti i primi a pensare ad un contenitore in legno: una
bacchetta ovale di ginepro con un foro passante, in cui veniva poi inserita e
incollata un’anima di grafite. Poco dopo, nel 1762 a Nuremberg, in Germania,
ebbe inizio la prima produzione industriale di matite, ad opera della
fabbrica Faber, che ideò
un processo industriale che inserisce, tra due fogli di legno di cedro poi
incollati, una anima di grafite. Nasceva così la matita moderna.
Perfezionamento e sviluppo
Le diverse rigidità della mina
delle matite fu introdotta nel 1795, quando lo scienziato francese Nicholas
Jacques Contè inventò il procedimento di mescolare alla grafite pura anche
dell’argilla per ottenere mine più “dure”: è infatti in base alla quantità di
argilla contenuta nella mina che le matite sono più o meno rigide e lasciano
quindi segni più o meno evidenti. L’argilla era mescolata alla polvere di
grafite, modellata nella forma giusta e poi fatta passare in fornace prima di
essere inserita nell’adeguato astuccio di legno. Lo stesso Contè ideò la
classificazione utilizzata tutt’oggi per identificare i gradi di morbidezza e
rigidità delle mine, dalla 9B alla 9H. La prima matita con gomma si deve invece a
Hyman L. Lipman di Filadelfia, che registrò il brevetto del puntale – il
particolare anello di metallo che collega la gomma alla matita – nel 1958. Da
notare che le prime matite prodotte industrialmente non venivano colorate, in
modo da mostrare la qualità del legno utilizzato, caratteristica tenuta a quel
tempo in grande. Verso il 1890 si cominciò invece a colorare le matite e ad
imprimere i marchi delle aziende produttrici. Questa fu una delle prime forme
di immagine coordinata applicata a un prodotto.
Le matite colorate
Le matite
colorate non contengono grafite, l’impasto è composto da cere, resine e vanno
dai colori più scuri a quelli più chiari sino al bianco. La differenza
dell’impasto rende la mina più morbida di quella di una matita in
grafite e il tratto su foglio risulta più difficile da cancellare tramite
l’uso di una gomma, per via delle cere che tendono a imprimersi ulteriormente
sul foglio con lo sfregamento e il calore che si genera.
Giallo nobiltà
Il fatto che gran parte delle
matite siano gialle si deve ai produttori americani che, a cavallo tra Ottocento
e Novecento, usavano il giallo per esprimere la nobiltà e superiorità delle
loro matite realizzate con grafite cinese – considerata la migliore al mondo –
poiché in Cina il giallo è il colore imperiale, associato al rispetto e alla
nobiltà.
Collezionismo
Ogni anno vengono prodotte
miliardi di matite in tutto il mondo da centinaia di diverse fabbriche, ognuna
delle quali ha storia e modelli diversi. La grande varietà ha fatto nascere un
movimento attivissimo di collezionisti di matite.
Su internet sono presenti vari
siti che parlano di collezionismo di matite, con migliaia di foto accuratamente
catalogate per marca, modello e uso: un vero
e proprio universo di matite, dalle più antiche e rare, alle più comuni; da
quelle destinate ad usi professionali a quelle di design o dalle forme
inconsuete.