Lo studio di Shop 2015 va oltre i trend e anticipa con ipotesi visionarie, ma non troppo, il futuro del negozio che verrà. Connesso, interattivo, ecologico, di prossimità e – sorpresa – di medie dimensioni. Perché le grandi superfici, dicono gli esperti, piacciono sempre meno al consumatore. Dalla ricerca, infatti, emerge con chiarezza che il tempo degli ipermercati è ormai finito: i grandi “mall” con le loro gallerie di negozi possono essere tranquillamente considerati un modello superato, grazie innanzitutto alla tecnologia.
Il nuovo format non ha bisogno di spazi grandi, le gestioni integrate migliorano approvvigionamenti e rotazioni, forniscono informazioni in merito a preferenze e richieste. Tanto che anche Ikea, leader nella standardizzazione di un modello di vendita, riduce oggi le sue superfici del 65%.
Delle varie motivazioni di questi cambiamenti, tecnologia e connettività costituiscono la maggior parte, ma anche la mancanza di tempo e la sua percezione come risorsa preziosa. Questa riporta i consumatori sotto casa con nuove modalità: ordine on-line, preferibilmente dall’ufficio, e ritiro al rientro a casa. Occorre quindi puntare sulla qualità del servizio.
In più la robotica agevolerà la gestione del magazzino, come ha esemplificato a Shop 2015 l’esibizione dimostrativa di un drone progettato per la logistica.
MOTORI DELL’EVOLUZIONE
I driver del cambiamento, in particolare, saranno in primo luogo la tecnologia e la connettività, ma anche la mancanza di tempo e la sua percezione come risorsa preziosa diventeranno uno dei criteri con cui il consumatore fa le sue scelte. E’ evidente allora che i servizi a domicilio cresceranno di rilevanza anche grazie alle nuove modalità di erogazione del multicanale, ossia online e offline assieme: ordine via web, preferibilmente dall’ufficio, e ritiro al rientro a casa.
Rivoluzione digitale, coinvolgimento, stimolo, sedurre il cliente con esperienze, mediaticità, sono le nuove parole del commercio.
Esperienza che inizia dal mobile, prima ancora che vi sia il fisico accesso al punto di vendita, e si conclude con la condivisione nei social.
Tramite il codice a barre e il QR il consumatore accede a tutte le informazioni sui prodotti, così come il retailer non ha mai avuto tante informazioni sui propri consumatori come oggi: fidality card, scontrini, ricerche e interazioni tramite eventi e social network.
Il cliente, da recenti studi, si rende disponibile a un’interconnessione mobile a fronte di sconti e offerte personalizzate a negozio. Il negozio quindi deve rendersi digitale, agile e interconnesso anticipando le tendenze, sfruttando appieno questa disponibilità/possibilità.
Nel Regno Unito, per citare un esempio, le previsioni dicono che nel 2020 il 50% delle vendite avverrà on-line e, a causa di ciò, chiuderanno il 23% dei punti di vendita “fisici”; il consumatore apprezzerà maggiormente i servizi più che i gadget e richiederà negozi maggiormente esperenziali. E nel mass market i prezzi varieranno anche più volte al giorno.