Da quando l’uomo scrive ha sempre avuto bisogno di strumenti
pensati appositamente per correggere eventuali errori. Gli antichi egizi
“scalpellavano” gli errori su pietra e raschiavano con pietra pomice gli errori
su papiro. I romani raschiavano le loro tavolette di cera facendo “tabula
rasa”. In epoca moderna, prima delle gomme, l’unico modo per cancellare gli
errori era ancora utilizzare affilatissimi raschietti o lamette.
La gomma per cancellare come la conosciamo oggi è originaria
dell’America centro-meridionale. Fu Cristoforo Colombo in uno dei suoi viaggi a
“scoprirla”. Questa particolare sostanza era utilizzata dagli amerindi per
realizzare delle palle che colpirono particolarmente il navigatore italiano
perché esse “rimbalzavano mirabilmente e per più volte successive”.
Gli indigeni estraevano una sostanza viscosa dall’albero di
caucciù (o albero della gomma), la scaldavano sul fuoco e successivamente la
modellavano per creare delle sfere usate come palle da gioco, ma anche scarpe,
cappelli, utensili e molto altro.
Di ritorno in Europa Colombo decise di portare qualche palla
di gomma con sé. Il successo non fu quello sperato: la gomma infatti mal si
adattava al clima europeo e tendeva ad indurire in inverno (diventando fragile)
e a diventare appiccicosa in estate. Per questo venne rapidamente abbandonata.
La svolta si ebbe nel 1770 quando il chimico inglese Joseph
Priestley si accorse che la gomma era in grado di cancellare i segni a matita
lasciati sulla carta. Da quel momento il successo della gomma fu incredibile e
dalle scrivanie scomparvero le molliche di pane utilizzate fino a quel momento
per rimediare agli errori di scrittura.
La successiva svolta nella storia della gomma si ebbe nel
1839 quando Sir Charles Goodyear scoprì il processo di vulcanizzazione:
riscaldando il materiale con una miscela di zolfo esso diventava robusto,
indeformabile e presentava un indice di elasticità adatto a moltissimi usi.
Partendo dai risultati di Goodyear e sottoponendo la gomma
ad ulteriori processi chimici (per migliorarne la tenuta all’abrasione ed
all’invecchiamento) nel 1888 J.B. Dunlop inventò lo pneumatico.
I successivi progressi andarono nella direzione della
creazione della gomma sintetica. Nei primi anni ’30 vennero realizzati il
neoprene ed il thiokiol e, grazie al lavoro di Giulio Natta, a metà degli anni
’40 si arrivò alla polimerizzazione del propilene.
Al giorno d’oggi la gomma è utilizzata in moltissimi ambiti
sia civili sia industriali e spesso, anche per preservare le foreste di
caucciù, è realizzata sinteticamente.
La gomma per cancellare sulla coda delle matite è stata
invece inserita per la prima volta nel 1858 da Imeneo Lipman, ingegnere statunitense
di origine inglese.
GOMME PER OGNI… GUSTO
Le gomme sono da sempre oggetto di collezionismo anche da
parte dei più piccoli per via della varietà di forme e colori, e per il loro
costo ridotto. Molte le persone che ricordano con tenerezza la scatole delle gomme, prima
collezione portata avanti nell’infanzia. Oggi si possono trovare gomme di qualsiasi
foggia, dalle più classiche staedtler,alle Pelikan rosso-blu dal tocco vintage,
fino ad arrivare alle tenere gomme-panda Colourbook, e ad ardite gomme a forma
di sushi, molto in voga in Giappone. Si può ben dire ce ne sia per ogni gusto!