Che mondo sarebbe senza carta!

16 settembre 2010
Quale ruolo per la carta nella società odierna? Questa la domanda da cui partire per conoscere le potenzialità di un materiale antico ma ancora competitivo rispetto ai più moderni ed innovativi supporti.

Se da una parte si può dire che il settore cartario è ancora ben attivo e proiettato verso il futuro (la stima di  Assocarta indica infatti la produzione in aumento del +7,8% nel primo quadrimestre 2010 in Italia), dall’altra  non si può però trascurare la crisi che lo ha travolto in questi ultimi anni.

I dati di Assocarta

Secondo infatti i dati presentati  durante l’Assemblea Annuale di Assocarta - Associazione che rappresenta i produttori  di carta e articoli cartotecnici - tenutasi a Roma lo scorso 16 giugno, le cartiere italiane nel 2009 hanno realizzato una produzione di 8,4 milioni di tonnellate per un fatturato di poco superiore ai 6 miliardi di euro, con una contrazione rispettivamente dell’11,2% e del 16% rispetto al 2008. Qualche modesto segnale positivo si ha solo nei primi quattro mesi dell’anno quando, nonostante gli elevati costi energetici, i continui rincari delle materie prime fibrose e la difficoltà nel loro approvvigionamento, si è registrato un incremento tendenziale generalizzato nei vari comparti, del 7,8% nei volumi e del 5,8% in termini di fatturato.

Ma a tenere la carta tra i primi posti nella classifica dei materiali di supporto preferiti da produttori e consumatori, è sicuramente il fattore sostenibilità: la carta è infatti apprezzata in quanto rinnovabile, riciclabile e naturale, simbolo quindi di un’industria ‘verde’ attenta all’ambiente e di un comportamento consumistico responsabile.

Un prodotto mai fuori moda...

Molti documenti attestano che, già nel XIII secolo, in Italia si consumavano grandi quantità di carta. La carta, di provenienza sia araba che spagnola, faceva parte dei commerci che i Genovesi e i Veneziani intrattenevano con Barcellona e Valenza. L’Italia ebbe le sue prime cartiere ad Amalfi nel 1220 e a Fabriano nel  1276. Di qui la produzione si diffuse a Bologna, Padova, Genova, poi in Toscana, in Piemonte, nel Veneto e nella Valle del Toscolano (Brescia). Per 200 anni almeno l’Italia dominò il mercato della carta, sostituendosi nell’approvvigionamento dell’Europa alla Spagna ed a Damasco. Nel XIV secolo la carta italiana si era conquistata una supremazia incontestabile sui mercati di Francia, Svizzera, Belgio, Paesi Bassi, Germania, Moscovia e nell’intero bacino del Mediterraneo. Durante la prima metà del XVI secolo Anversa, che fi no al 1576 fu il maggior centro culturale dei Paesi Bassi, sostituì Genova e Venezia nel commercio della carta. Poiché la domanda cresceva più in fretta dell’offerta, la carta restò a lungo una materia costosa. Nonostante questo, due secoli dopo la sua introduzione in Italia, la carta era diventata il supporto fondamentale della scrittura e della stampa per eccellenza.

...Anche nell'era digitale

Da qui la storia della carta è piena di evoluzioni tecniche e di ‘alti e bassi’ sia nella produzione che nei  consumi. L’ultima frenata si è avuta con l’avvento e la diffusione della digitalizzazione, che non ha portato però, come era stato ipotizzato, ad una discesa così significativa da poter parlare di una definitiva sconfitta della carta.

Secondo Assocarta, di fatto, nel 2008 è stato rilevato un consumo di carta non indifferente: ben 11.083.700 tonnellate. Il perché è subito spiegato: le nuove tecnologie hanno creato sì delle valide alternative a ‘carta e penna’, ma allo stesso tempo hanno fatto aumentare le informazioni a disposizione del consumatore, informazioni che per essere assimilate fino in fondo hanno ancora bisogno di essere stampate.

Nel libro ‘The Myth of the Paperless Office’, Mit Press (2001), Abigail Sellen e Richard Harper spiegano come l’essere umano sia affezionato alla carta in quanto “supporto fisico più idoneo per prendere appunti, per essere spostato e organizzato, per essere mostrato durante i convegni, affinché ognuno possa leggerne il contenuto”. Nonostante quindi il consumo di carta sia negli ultimi anni diminuito - complici lo sviluppo di monitor migliori, potenti hard disk, una maggior familiarità col mezzo elettronico e lo sviluppo di nuove tecnologie, come la carta digitale riutilizzabile - siamo ancora lontani dal mito del Paperless office. Per ora si può ancora parlare di una coesistenza abbastanza equilibrata tra i ‘vecchi’ e i ‘nuovi’ supporti.

Carte per scrivere e per l'ufficio

Il mercato delle carte per ufficio è uno dei più esigenti non solo nei confronti della qualità dei prodotti, ma  anche delle implicazioni economiche ed ecologiche. Tutte le carte per ufficio devono corrispondere a parametri qualitativi molto elevati e devono avere caratteristiche che, senza eccedere nell’impatto ecologico, diano importanti vantaggi all’utilizzatore finale; tra i requisiti più apprezzati l’elevata macchinabilità, la buona qualità di stampa e la resistenza.

Nell’ultimo periodo anche la categoria Office Paper ha risentito, come quasi tutti i settori della cartoleria e cancelleria, della difficile situazione economica generale. La domanda si è fatta stagnante, sia a causa della diminuzione del numero di potenziali clienti sia per le ridotte disponibilità di spesa degli acquirenti, e ad una contrazione delle quantità richieste è corrisposto un eccesso di offerta, che ha inevitabilmente portato alla diminuzione dei prezzi e alla ricerca da parte dei consumatori di prodotti particolarmente economici. Come reazione, i maggiori player hanno cercato di perfezionare l’offerta in termini di gamma e servizio: dai fogli A4 bianchi multifunzione alle tipologie più specifiche per varietà, lavorazione, formato, grammatura.

Di Marzia Asaro - pubblicato su Incart 158 - 2010

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