C’è una gallina in cartoleria

15 gennaio 2011
Ha ormai compiuto un secolo la cartoleria di Susanna Brioschi che ha fatto della specializzazione e delle cura del cliente il suo fattore di successo.

Viaggio nei punti vendita d’Italia

Sorride Susanna Brioschi, titolare della Cartoleria Brioschi, quando le chiediamo di raccontarci la storia della sua cartoleria.

“Mi ricordo – dice Susanna – quando ero bambina. Abitavo nel palazzo qui davanti e qui c’era già una cartoleria. La proprietaria era una simpatica signora toscana che aveva, come animale da compagnia, una gallina. Si può dire che lei e il marito fossero invecchiati qui… con la loro gallina!”.

Ma la storia di questo negozio, ubicato in un palazzo della vecchia Milano sito in una traversa del popoloso viale Monza, è ben più antica. Infatti risulta che dalla costruzione dello stabile, nel 1904, i locali siano sempre stati occupati da un’attività di cartolibreria.

“In questa zona – continua Susanna – io ci sono nata e già mio papà abitava qui. Possiamo dire che la mia famiglia è un po’ la memoria storica di questo quartiere. Io ricordo che da bambina, con le mie tre sorelle, venivo a comprare proprio qui pennini, cannucce, fogli e quaderni”.

Nei primi anni ’60, passata a miglior vita la gallina, la signora toscana ormai invecchiata, decide di ritirarsi.

“Nel settembre del 1963 – ricorda la signora Brioschi – con la mamma decidemmo di rilevare la vecchia cartoleria. Per diversi anni io mi sono divisa fra il mio lavoro nel reparto acquisti di una casa farmaceutica che aveva sede proprio nella traversa adiacente al negozio e la cartoleria”.

Ma le situazioni cambiano. Negli anni Susanna si sposa, nasce

un bambino, l’azienda si trasferisce fuori Milano, muore il papà e la mamma non se la sente di continuare l’attività da sola.

“Devo dire che la decisione di lasciare l’attività arrivò in un momento in cui anche io volevo cambiare la mia vita. Non volevo mettere mio figlio in un asilo, infatti il trasferimento della ditta per cui lavoravo mi costringeva a viaggi di oltre un’ora per andare e tornare dall’ufficio e mi piaceva l’idea di trovare una soluzione per stargli vicino. Così decisi di proseguire l’attività di famiglia. Mio figlio sarebbe stato con mia mamma che abita sempre nella casa di famiglia qui davanti così io avrei potuto seguirlo e nel contempo avrei fatto un lavoro che mi era sempre piaciuto”.
Gli anni passano, il figlio è cresciuto e ha preso la sua strada (fa il cuoco, ma Susanna spera sempre che accada qualcosa per cui la cartoleria rimanga in famiglia) mentre la nonna, ormai ultranovantenne, vigila sempre dal palazzo di fronte.

“Negli anni – spiega Susanna - siamo diventati un punto di riferimento per la gente del quartiere. Purtroppo in questa zona molti esercizi commerciali stanno perdendo la loro caratterizzazione. Diventano così dei bazar stranieri ma anche bar e ristoranti gestiti da persone che cambiano in continuazione. Ci sono persone, soprattutto anziani, che passano e si fermano qui anche solo per fare quattro chiacchiere. Devo dire che queste abitudini sono per me un punto d’orgoglio. Sa, io gioco in casa, e poi non si vive di solo cassetto ma anche di soddisfazioni che ci danno il polso di quanto ci siano affezionati i nostri clienti”.

Specializzati per scelta

Quando i genitori di Susanna subentrano nella cartoleria rilevano la vecchia licenza.

“La licenza originaria  comprendeva un’infinità di voci fra cui anche profumi e giornali. Nel tempo abbiamo fatto una scelta di specializzazione. Oggi, ci rivolgiamo ai grossisti del gruppo Cartolaio Amico unicamente per la cancelleria, per tutto il resto ci affidiamo a nostre ricerche personali”.

Susanna e Sergio, il marito-compagno di lavoro (sono sue le splendide vetrine e gli allestimenti interni degni di un negozio del centro cittadino), partecipano alla manifestazione fieristica Macef oltre che andare direttamente nelle aziende per scegliere prodotti molto particolari. “Ci siamo specializzati nell’articolo da  regalo, nella biglietteria e nelle confezioni. Infinita è la varietà delle carte, dei nastri, dei chiudipacco che proponiamo alla nostra clientela in ogni momento dell’anno. Teniamo molto a offrire ai nostri clienti un packaging curato e raffinato. Siamo dell’idea che il cliente che viene a servirsi in un negozio come il nostro vada anche educato alla bella confezione. Questo è il nostro modo di premiare chi fa acquisti in periferia e che deve avere un trattamento di alto livello come se fosse in una boutique del centro. Il tutto con un occhio al prezzo perché non dobbiamo dimenticare che siamo comunque in un quartiere popolare”. Ed è proprio questa fascia di persone che più ha risentito della crisi.
“Qui intorno –  continua Susanna – hanno chiuso, o sono state spostate altrove, diverse fabbriche. Quindi anche noi abbiamo risentito della crisi. Inoltre chi abita in questa zona fa parte, prevalentemente, di quella classe media che più ha risentito del momento di congiuntura”. Nonostante questo nella vetrina e negli scaffali della cartoleria di Susanna non sono mai mancate le novità.

“Purtroppo – conferma sorridendo – abbiamo abituato la nostra clientela troppo bene. Le nostre vetrine cambiano mediamente ogni venti giorni così come gli allestimenti interni. Chi entra vuole vedere gli scaffali pieni e ben assortiti con prodotti di alto livello. La crisi ha cambiato il modo di acquistare. Le persone stanno più attente. Spendono poco ma pretendono qualità e ricerca”.

Clienti affezionati

Quando Susanna parla dei suoi clienti lo fa come se raccontasse dei membri della sua famiglia. E lo si riscontra anche da chi entra solo per un biglietto ma si ferma a chiacchierare o chi chiede una scatola bella “perché prendo tante medicine e devo tenerle sempre in vista…” o ancora dai bambini che passano per infilare la busta per Babbo Natale nella cassetta delle lettere rossa che spicca sul muro di fianco all’entrata.
“Mi piace gratificare la mia clientela con dei piccoli omaggi personalizzati. Prendo degli oggetti per delle festività particolari quali il Natale, ma anche San Valentino o la Festa della Donna. Mi piace personalizzarli con una frase pensata da me. Non sono oggetti promozionali ma dei veri e propri regali pensati e studiati. Per la Festa della Mamma cerco sempre una poesia particolare, la fotocopio su una bella carta e la chiudo con un fiocchetto elegante. Alcune mie clienti si commuovono e mi dicono che anche se i figli si sono dimenticati della ricorrenza, loro il regalo lo hanno ricevuto lo stesso”.

Parte di questi amici-clienti abitano in questa zona da sempre e sono quelli che hanno fatto quadrato e squadra quando una terribile esplosione  fece crollare il palazzo mietendo anche sette vittime.

“Nel settembre del 1994, a causa di una fuga di gas, l’intero palazzo venne giù. In un attimo sparì tutto e sotto le macerie rimasero sette persone. Con un gruppo di inquilini seguimmo la ricostruzione dell’edificio e, voglio dirlo proprio con orgoglio, solo due anni e mezzo dopo fummo i primi commercianti  a ritornare qui”.

Pubblicato su Incart 161 – Gennaio/Febbraio 2011 – Di Alessandra Iannello


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